Ieri dopo giorni di trattative il Pd è riuscito a trovare un compromesso sulla questione del voto online alle primarie del 26 febbraio.
Il Pd ce l’ha fatta a trovare un accordo sul voto online. Arrivato all’ultimo minuto prima della direzione nazionale del partito evitando una possibile spaccatura, che sarebbe stata letale, del partito. A mediare tra le parti il segretario uscente Enrico Letta che ha fatto di tutto per evitare una scissione che sarebbe stata difficile da rimarginare. Tira un sospiro di sollievo l’ex premier Letta che si è detto soddisfatto e “confortato” commentando la scelta come “il migliore punto di caduta possibile”.
“Siamo riusciti a farci del male…”, ma nei fatti “abbiamo evitato spaccature deleterie. Adesso concentriamoci su ciò che il congresso e la fase costituente possono dare per il nostro rilancio”, dice con rammarico il segretario uscente che passerà il testimone a uno dei quattro candidati divisi in questi giorni dalla questione del voto online: Schlein che ha proposto il tema, Cuperlo che si è mostrato aperto, De Micheli e Bonaccini invece che si erano espressamente opposti alla votazione online.
L’apertura di Bonaccini sblocca l’impasse
Le parti dopo lunghi giorni di trattative senza trovare un punto di incontro, ieri sono riusciti al fotofinish a trovare un compromesso che mettesse tutti d’accordo. Nel documento portato alla direzione nazionale hanno spiegato l’ammissione del voto su piattaforma online ma soltanto per coloro che risiedono o sono domiciliati all’estero, per disabili e malati, per chi non possa recarsi al seggio a causa di altri impedimenti che saranno definiti dalla commissione nazionale del congresso (per esempio gli studenti fuori sede) e per coloro che abitano troppo distanti dal seggio.
Nella riunione si accerta anche lo slittamento delle primarie dal 19 al 26 febbraio per evitare l’accavallamento con le regionali nel Lazio e in Lombardia. Inoltre è stata definita anche la composizione dei due terzi dei nomi della commissione nazionale del congresso e i criteri per l’ampliamento dell’assemblea agli esterni.
“Se ci spacchiamo sulle regole rischiamo di essere individuati come marziani” aveva dichiarato Bonaccini commentando la diatriba sul voto online. Pare che a sbloccare lo stallo su cui era fermo il Pd è stata proprio la sua apertura a questa soluzione. “Rompere il muro della partecipazione con primarie online è importante per definire il profilo di un partito unito, moderno e inclusivo” dicono dal fronte di Elly Schlein sostenitrice della proposta.